Puttana da regalo

Lui, era sempre, davanti al banco , e io che cucinavo, da asporto, posto sudato e guadagnato, fortunatamente uscito dopo la chiusura di un Ristorante dicevo sudato e guadagnato sia per meriti , di cuoca che per essere stata disposta e usata, dai tre addetti al reparto. Per vederlo, bene ,questo Marcantonio, Bianco Mussulmano, condizione che gli aveva permesso di essere amico degli altri tre Iraniani, mi dovevo sporgere, mentre Lui di me quando voleva, vedeva, gambe e culetto, piegata, sulla tavola. Tu mi dirai, che ho sculettato? No mai, non ci pensavo, a Lui vivevo un periodo di profonda utilità, come troia e serva, se avessi voluto, ogni sera avrei potuto, essere usata, come una cagnetta in calore, certo poca dolcezza e molto cazzo, ma essere umiliata, mi piace, lo faccio ogni volta che posso, per Te Lucilla, mi distendo su un tappetino, che mi hanno regalato e accendo il proiettore da PC, Tu appari sul muro e inizi a farmi sognare, per dare della materia al sogno, mi faccio riempire, dal mio fedele dildo, oppure per avere una forte sensazione, il mio amante, il mattarello, lo stesso che un cuoco, mi fece entrare dietro mentre, mi schiaffeggiava a colpi di cazzo. Raggiungere il piacere, nel guardarti, non è impossibile, anche senza toccarmi, mentre il mio cazzetto, schizza, molte volte, mi dico che non mi vuoi, che sono una nullità e mi frusto con le strisce di cuoio, che mi fece provare la Bresciana, lo faccio tanto, per offrire del dolore al piacere, ma torniamo a ciò che Ti interessa.
Dopo essermi, vergata, a fronte del solito Tuo disinteresse, ero a cucinare, il timballo, e una lasagna, tanto sugo, e schizzi, da quei fornelli, che non avevano risparmiato la mia maglietta, che per la fretta di finire, ero arrivata in ritardo, non avevo tolto, ne avevo coperto con il camice. All’ennesimo schizzo, mi dicono, togliti quella maglia e metti un camice, non vedi Ti stai lordando tutto. E si aveva ragione, e in un attimo, corsi nella saletta, vidi il camice, era da donna, meglio pensai, con allaccio a bottoni dietro, per non fare la troietta, sganciai, solo tre bottoni e tolta la maglia, lo infilai come una maglietta, ma qualcuno aveva, visto la mia schiena, segnata.
Il giorno dopo, Lui, che vedevo con la coda dell’occhio, mi guardava, ma non in viso, poi altra cosa strana, parlava con un lavorante, mentre rientrava dalle consegne, e capivo che parlava di me. Una sera, prima del 16 credo, mi chiamarono, per una cena di compleanno, tornando il lavorante vecchio porco , iniziò a parlarmi di Lui, scappato, un Tipo chiuso, ma molto amico, una persona, che vive in buoni rapporti con tutti, un’ottima amicizia e un Timido… La feci finire e gli dissi, con un sorriso; Caro Amico, mi hai fatto, praticamente, prostituire, con i Tuoi amici, e non ti ho chiesto, cosa ne hai guadagnato, perché, non mi interessa, mi hanno a momenti , scopata in due e sai che ho il terrore di essere sgarrata, dietro, come una cagna, ho dovuto lottare, per mettergli il preservativo, ho barattato, la bocca, con la sicurezza , mi sono fatta pisciare in faccia mentre mi sputavano, di tutto, non dico che non ho avuto il mio piacere, e quando me lo hanno chiesto li ho sbocchinati, come volevano, tutto, per lavorare, ma anche per Te… Ora Lui, a me non dispiace, come uomo, ma ha qualcosa di strano, guarda, sempre di traverso, ma dritto, se lo guardi abbassa subito lo sguardo, ha una bellissima macchina, forse troppo, per un semplice lavorante, di un buchetto come questo? Allora ora domando a Te che cosa Vuoi? Un’altra puttana? Un bocchino mentre lavoro, o glielo faccio in macchina, mentre Tu Ti spari una sega, dietro? Allora, altro pegno per lavoro? Rosso, mi guarda, e dice; avevi dei segni li ha visti, allora io ma sopratutto il Capo, che ha bisogno di un favore, gli ha detto tutto, ma proprio tutto…. Uffa, sbuffo, io vivo in un mondo parallelo, senza paure, con la gente che sospetta, tutto meno che sono un frocio| Da quando conosco Te e il Capo, aggiungo, è un crescendo di “prestazioni”! Va bene, ma non voglio farlo, nel negozio, andiamo nel casotto, lo riscaldi con le colonne e se gli va bene…. Sembrava un bambino, che aveva saputo che Babbo Natale, aveva ricevuto la sua Letterina, va via ridendo.
Il giorno dopo, mentre preparavo i gnocchi, arriva e mi sussurra,;Ti va bene dopo alle 14? No gli dico, mi devo lavare e facciamo questa sera! Va e torna; Si va bene, lo guardo e gli dico ma Lui, non poteva evitare il ruffiano? non capisce e sorride…
Mi depilo, tutta, tanga e reggiseno, regalo di una amica, in verità dimenticato, crema profumata, tre clisteri e digiuno, un culetto che soffice e pronto, labbra lucide e fondo tinta sul corpo, con cipria in crema,non una puttana, ma una donna, si pronta, oddio dimenticavo, donna? E il mio cazzo? Bene nel dubbio, lo incerotto, diventa un piccolo promontorio rosa.
Tuta e parrucca a caschetto, nera, bicicletta, arrivo al casotto, apro è caldo, anzi anche troppo, mi guardo intorno, tutto pronto, come la prima volta che Samir mi appese all’attaccapanni e mi mise un remo nel culo, prima di scoparmi, a singhiozzo, appesa e umiliandomi, come un frocietto, mi chiamava, cagna, culo rotto, donna bianca, succhiacazzi degli infedeli… Quanto tempo è passato ora, il cazzo, me lo succhia, anche lui e gode, si arrabbia, perché, non raggiungo il piacere, ma io lo porto a Te…
Una luce, come se fosse un riflettore, mi raggiunge, appena si apre la porta, appaiono tre figure, riconosco subito, il mastodontico Lui, poi aktri due che sono i ruffiani..
Avanza solo Lui, che mi prende un polso, e mi costringe a inginocchiarmi davanti a Lui, senza parlare, appoggio il viso sulla sua patta, e mi devo aiutare con una tavola, per essere all’altezza giusta, con fare dolce, cerco di leccare i pantaloni, dove credo ci sia Lui… Mentre sto facendo, la gatta, mi prende il viso con una mano, e stringendo mi guarda, nella penombra, si avvicina e mi dice, con una voce dura, con un tono mai sentito; Non mi interessa la Tua bocca, troia, voglio, foderarmi il cazzo con la Tua pelle! Hai capito? Si rispondo, ma fammi preparare, come preferisci, vuoi scoparmi, in piedi o Vuoi che mi metto a quattro zampe e comunque, se posso Te lo tiro fuori, lo posso bagnare? Mentre, attendo, la sua mano passa sulla nuca e mi schiaccia, su qualcosa di gonfio, che aveva, riempito tutto il pantalone, mentre, si inchina e sento la sua mano sulla schiena, che scende, mi afferra, il culetto, poi con un dito, mi incula, si ha delle dita, enormi e mi sento, sverginare…
Apri con la bocca, mentre provo a arrivare all’elastico, del pantalone, sento che quella cosa, non finisce mai, salgo, afferro il bordo, lui ansima, stringo e faccio scendere, ora si sente distintamente, il profumo di cazzo… Dal lato i due che si toccano eccitati, allora Lui, mi strattona, si gira, si tira su i pantaloni e li afferra i srgaioli, guardoni e li sbatte fuori, con un profondo sospiro, torna verso di me.
Mi sono un poco preoccupata, ho pensato ora mi fa del male… Ma le cose cambiano, senza spettatori, si abbassa e mi bacia, in bocca, poi mi fa distendere e mi prende la mano se la mette sul cazzo, anzi cazzone che ha tirato fuori e togliendo pantaloni, slip, io lo carezzo e mi tiro su gli tolgo la maglietta, un petto da Dio Greco, lo faccio abbassare, gli lecco i capezzoli, mi azzardo a leccargli i lobi e il collo, Lui mi distende e mi spara un succhiotto, sulle tettine, mi inarco, per farlo diventare un vero succhiotto, rosso…. Mi gira e inizia a leccarmi il collo, corre sulla schiena, inarco la schiena, attendo la sua lingua, al termine della corsa, lui la fa precedere dal dito, che come uno spiedo, mi infilza, poi due dita. Poi tre, inizio a sentirmi piena, ed era solo l’inizio.
Lo guardo e prendo quel cotechino, gli inizio a leccare le palle, succhio la prima, bocca piena e mano sul cazzo, anzi cazzone, poi l’altra, e infine, cosa che non speravo, spalanco la bocca e ingoio, il palo. Succhio, lecco, lui cola, salato nettare, apro la bocca, per fargli vedere, la lingua con quelle goccioline bianche, e al contrario di uno sputo, mi bacia, spalmandomi, tutto sulla bocca… Un uomo dolce, a questo punto lo guardo e gli dico; Io non ho mai preso un cazzo così nel culo, ho un poco paura, che mi sventri, come una tacchina ripiena… Lui mi guarda, mi bacia e mi dice; vuoi farmi godere, con la bocca e la mano? Sai Ti capisco…. Allora lo guardo e gli metto in mano, una boccetta di glicerina, e guardandolo, lo carezzo e gli dico; Non credevo eri così, farai piano, Ti aiuto e quando dico stop Ti fermi… Mi carezza, la schiena e il fondo, prendo un preservativo e inizio a infilarlo, si rompe, con l’unghia, per allargarlo, altro e questo, soffrendo entra, scorre tutto, è meraviglioso, un cazzo di un cavallo su un corpo di un Bronzo di Riace…. mentre mi giro, e mi allargo Tutta, sento le sue labbra sul collo, alzo allargo, sospiro e spingo, per allargare, sento tutto il mio culetto, che è occupato dal suo cazzone, lo fermo e inizio a indietreggiare, sento come il rumore di quando, si apre una pesca, giallona, si divide una noce di cocco, è dentro, Lui sento che tenta di spingere, gli dico di lubrificare, il pazzo che fa, infila un dito, al lato, mi apre! Togli, togli il dito Ti prego, gli dico…. Un passo avanti, cioè indietro, e un'altra avanti, ogni “ritirata” corrisponde a un entrata di cazzo doppia, penso, o mio Dio ma non finisce mai. Comunque, ormai si nuove, anche lui, e il suo cazzone , entra, entra, entra, finché, non sento le palle che avevo ingoiato, che mi cingono il culo…. Allora, inizio a ruotare il culo, e su e giù, mi faccio riempire. Sento il mio cazzo, che viene spinto fuori dal cerotto e questo si stacca, rendendolo un fungo, con una cappella adesiva…. Sono partita, sfondata, inizio a straparlare; Mugolo si spingi, mettici le palle, sfondami, dopo di Te farò contenta una Padrona che vuole che mi faccio inculare da un cavallo… Lui ansima, spinge, ahhha sento tutto dentro, gli chiedo, vuoi sborrare in bocca ? Lui no no, voglio venire nel culo…. Non avevo calcolato, che nel momento del piacere avrebbe, gonfiato il cazzo, come un Alano… e infatti le sue mani afferrarono i fianchi e incurante del mio urlo, ebbe tre, quattro sussulti, finché piano piano sentii uscire dal mio culo, quel palo. Mi girai e vidi Lui, meraviglioso palo, tolsi il preservativo, ci faccio un nodo e gli chiedo; Ti prego mettilo Tu nel mio culo, me lo tolgo a casa, davanti alla mia Divinità… Mi giro e entra, quella busta di sborra, senza difficoltà, gli chiedo di poter pulire il cazzone e Lui, stordito, sorride, lecco asciugo, sapore di sborra… Con un fazzoletto glielo profumo, e lavo, poi gli dico e i due che hai cacciato? Falli entrare, dai… Erano infoiati, avevano sbirciato, gli dico vieni qui che Ti svuoto a Te e Lui, ma Lui camvbia faccia e dice; no no, non li devi toccare! Lo guardo e gli dico subito, tanto per chiarire subito: Sono una troia, serva, ma libera, non Ti fare strane idee, appena finirà, questa epidemia, ho la mia vita, potrebbe essere che ti cerco, o che mi cerchi e mi trovi, posso, se voglio presentarti, a qualcuna, ma….. sia ben chiaro, non mi costringere a difendermi da Te… E detto questo sbocchinai, prima uno e poi l’altro….. Tornando a casa, incontro chi mi dice, se ho il mal di schiena, troppa bicicletta, anzi ho avuto paura che il sellino mi entrasse nel culo… Poi a casa, da Te Divina, mi sono tolta il condom e l’ho aperto, la sborra sul pavimento, ho le tettine e me la sono spalmata, finché appiccicosa non è rimasta attaccata alla mia pelle, poi ho preso il cazzo e guardando il Tuo culetto che ansima, ho sborrato nella tazza, per bere tutto, mentre Ti adoravo.
Publié par massini
il y a 3 ans
Commentaires
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Tokumane
à massini : Non so se quello che dico è pertinente o meno, ma una delle esperienze che mi piacciono di più (e magari mi eccitano tanto) è il poter dire quello che mi passa per la testa, in libertà, sapendo di non esseere giudicato. E' quelli che provi tu quando scrivi?
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massini
à Tokumane : Riesco a esprimere quello che di bello o brutto ho vissuto, nascosta dietro una tastiera anonima, unica mia paura essere riconosciuta, da qualche " protagonista" che preferisce essere anonimo....
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Tokumane
à massini : Comunque scrivi bene. Anche a me piace scrivere e soprattutto piace creare situazioni di fantasia dove tutto è possibile e trovo questo molto eccitante
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massini
à Tokumane : Si ho il brutto difetto di aver paura di essere poco chiara ed essere infilata, nei racconti di fantasia, mentre così divido tutte le sensazioni.....Grazie 
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Tokumane
Bel racconto, eccitante, scrivi bene (ma un po' lunghetto)
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